9.9.15

Youth



Andare a vedere Youth di Paolo Sorrentino quando tutti l'hanno visto.
Al cinema infatti c'era poca gente, ma c'è esse.elle che il cinema in tutte le sue forme lo bazzica parecchio. Mi siedo con lei giurando a me stessa che non le chiederò cosa pensa di Sorrentino per non farmi influenzare perché sono facilmente influenzabile anche se lo immagino cosa pensa ma non resisto e glielo chiedo.
- Non è il mio tipo.
Lo sapevo, non le piace Greenaway.
Youth è sicuramente sorrentiniano anche se sorrentinianamente più misurato di La Grande Bellezza, dove forse aveva un po' esagerato. Ci sono sempre le inquadrature perfette: le file di accappatoi bianchi, le gambe nell'acqua della piscina, le teste con occhiali degli sceneggiatori. Ci sono i piccoli personaggi stravaganti: la massaggiatrice adolescente con l'apparecchio ai denti che la sera balla da sola in camera davanti al videogioco, la coppia che non parla mai a tavola ma neanche tra gli alberi, il violinista mancino, Jane Fonda. C'è la musica, sempre protagonista nei suoi film e quella mi piace proprio sempre. Ma per me c'è soprattutto Michael Caine che avrei voluto sentire con la sua voce invece che doppiato. Michael Caine con gli occhi sempre un po' umidi anche se fa quello distante da tutto e tutti. Michael Caine è enorme e mette in ombra tutti gli altri: Harvey Keitel, Paul Dano, Rachel Weisz, Jane Fonda che però fa un micro particina. Michael Caine, sarà che fa il direttore d'orchestra che non dirige più, o solo le mucche in gran segreto tra le Alpi svizzere, sarà che fa il padre burbero ma sotto sotto no, o il marito traditore diventato vedovo triste triste, lui mi emoziona, tanto, nonostante sia doppiato.
Esse.elle: Sorrentino è bravo, ma non mi piace il suo modo di girare a videoclip.
Esse.elle un po' ragione ce l'ha.

PS: Il titolo invece non mi piace.

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